Nessuna esportazione di armi in paesi in guerra civile!
A causa di un’efficace azione di lobbying da parte dell’industria degli armamenti presso le commissioni competenti, il Consiglio federale ha voluto facilitare l’esportazione di armi verso i Paesi in guerra civile. Campax ha lanciato una campagna contro questo fenomeno con una petizione nel marzo 2018. La petizione ha avuto molto successo e anche la consegna è stata molto partecipata. Di conseguenza, la questione è diventata l’argomento politico più caldo dell’estate 2018.
Il 10 settembre 2018 un’ampia coalizione di partiti e organizzazioni ha mostrato il cartellino rosso al Consiglio federale lanciando l’Iniziativa per la correzione. Con la prevista modifica dell’Ordinanza sul materiale bellico, che consentirebbe anche l’esportazione di armi verso i Paesi in guerra civile, il Consiglio federale sta chiaramente superando una linea rossa.
Dopo che il Consiglio degli Stati non ha adottato la mozione per “ampliare la base democratica delle esportazioni di armi”, l’iniziativa correttiva è stata lanciata l’11 dicembre 2018. L’iniziativa, sostenuta da un’ampia alleanza, chiede che il Parlamento e la popolazione abbiano voce in capitolo sulle norme relative alle esportazioni di materiale bellico.
L’iniziativa è stata presentata il 24 giugno dall’Alliance Against Arms Exports to Civil War Countries – di cui Campax è membro – con oltre 135.000 firme.
I lobbisti favorevoli e contrari all’esportazione di materiale bellico hanno combattuto una dura battaglia per settimane. “10vor10” ha incontrato due avversari nella lotta per le esportazioni controverse: L’amministratore delegato di una fabbrica di armi e il nostro attivista Urs.