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Democrazia invece di uno Stato di sorveglianza: più di 15'000 persone hanno firmato per fermare l'ordinanza "LSCPT"

Immagina che i tuoi dati ti appartengano: è così che dovrebbe essere, no? Lo pensiamo anche noi e più di 15’000 firmatari/e! Per questo la settimana scorsa abbiamo presentato a Berna la petizione «Democrazia invece di uno Stato di sorveglianza».

Il previsto inasprimento dell’ordinanza sulla sorveglianza della corrispondenza postale e del traffico delle telecomunicazioni (LSCPT) è un attacco pesante ai diritti fondamentali, alla protezione dei dati e alla libertà digitale. Se tutti i fornitori di servizi di comunicazione, dalle piccole start-up ai progetti open source, fossero obbligati a fare sorveglianza e identificazione complete, sarebbe un passo pericoloso verso uno Stato di sorveglianza.


Particolarmente critico: in futuro gli/le utenti dovrebbero identificarsi con la carta d’identità, la patente di guida o il numero di telefono. Questi dati verrebbero conservati per almeno sei mesi e potrebbero essere consultati in modo standardizzato dalle autorità. Tali misure non ricordano una democrazia aperta, ma piuttosto uno Stato autoritario. Noi ci opponiamo!


Ma non è solo il contenuto del regolamento a essere problematico. Anche il modo in cui il Consiglio federale intende attuare questo inasprimento è preoccupante: senza dibattito parlamentare e quindi senza legittimazione democratica. Ciò mina la ripartizione delle competenze e viola il principio di legalità.

 

Con il tuo sostegno ci impegniamo per una democrazia aperta e contro uno Stato di sorveglianza! Grazie.❤️